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IL NOME - Romanzetto senza pretese sull'Apostolo delle Genti

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  Prologo Il sole della Siria batteva implacabile sulla carovana. Polvere fine, sollevata dagli zoccoli dei cavalli e dai sandali degli uomini, si depositava come un sudario su vesti e volti, impastando la gola. Sha'ul di Tarso, gli occhi stretti a fessura contro il riverbero accecante dell'ora di sesta, sentiva il sudore colargli lungo la schiena, sotto la tunica di lana grezza. Ma il fuoco che lo divorava dentro era ben più ardente di quello del cielo. Nazareni . Il termine gli sibilava nella mente come un serpente del deserto. Eretici. Blasfemi. Contaminatori della purezza della Legge che gli era stata insegnata ai piedi del grande Gamaliele, nelle sacre aule a Gerusalemme. La sua mano, callosa e forte, corse istintivamente all'elsa del corto gladio che portava alla cintura, un distintivo della sua cittadinanza romana, utile in quei viaggi attraverso terre infide. Ma l'arma che brandiva con più ferocia, con più incrollabile convinzione, era la sua conoscenza, la su...